San Micheletto in TaviglianaL’oratorio di San Micheletto si trova sull’antica (e un tempo unica) strada che collegava la città alla Lessinia. Nel XI secolo sorgeva al suo posto un capitello o altarino, meta nel periodo della transumanza, in primavera, dei pastori e dei mandriani che lì si fermavano a pregare affinché San Michele proteggesse le loro famiglie e al ritorno, a fine settembre, recitavano la preghiera di ringraziamento... [LEGGI nella pagina di origine]
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Riflessione per la messa del 30 settembre 2023 |
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“C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi di antico…”
Parto con questa citazione del Pascoli che parla di viole nel giardino del convento per dire che questa festa tradizionale (di antico) è anche nuova; un posto rinnovato per la bellezza del prato e di quanto lo circonda, un luogo in cui non sono venuti alcuni a pulire la chiesa nei giorni precedenti la festa perché stabilmente curato – e molto – da nostri fratelli Ortodossi che da qualche mese vivono le loro celebrazioni liturgiche. Un posto reso ancora più bello mentre viviamo gli ultimi giorni del Tempo del Creato (da 1° settembre a 4 ottobre) … ultimi giorni per la celebrazione, ma non ci fermiamo nel valorizzare la casa comune. Tempo del creato: una iniziativa in cui la Chiesa cattolica si è inserita, come viandante in una strada percorsa anni prima – e ancora adesso – da altre comunità cristiane. Il creato, la casa comune, come un luogo per fare ecumenismo. La stessa Terra da difendere, promuovere… per rispondere al comando di Dio.
Qualcosa di nuovo oggi nel sole allora, l’ecumenismo, il dialogo, l’ospitalità reciproca, che è parte di un cammino più grande. Un cammino, e “sinodo” ha proprio il sapere del cammino. Altro termine che ci ha coinvolti negli ultimi anni; le assemblee sinodali vissute in alcune case, con gruppi spontanei, anche qui a Grezzana, occasioni di ascolto insieme dello Spirito e reciproco tra i partecipanti. In questi giorni si apre la fase della Chiesa universale, con un primo momento nell’ottobre 2023 (ce ne sarà un altro, sempre universale nell’ottobre 2024). In questo pomeriggio, in queste ore, una grande Veglia di preghiera animata dalla Comunità di Taizè. Anche questo è un segno! Per alcuni versi il cammino si allontana da noi; in realtà è come un ruscello che ha corso nelle montagne, e ora si è unito a tanti altri torrenti e fiumiciattoli ed è diventato un grande fiume, e converge verso un mare comune. Ma il torrente non smette di scorrere, qui tra le montagne, nella valle e nelle colline, citate anche dal vescovo nella lettera Sul Silenzio. Il lavoro che abbiamo fatto, lo stile che abbiamo imparato – anche i vescovi, e noi preti – può continuare a “scorrere” e a trovare nuovi apporti. Ciò che lo Spirito ci ha suggerito non va dimenticato, ma piuttosto vogliamo trovare strade nuove per far scorrere la sua acqua che disseta e irriga, acqua che non si ferma perché abbiamo messo dei segni di confine tra un campo e l’altro.
Uno di questi frutti- seme (dai frutti che maturano prendiamo i semi per seminarli e produrre nuovi frutti) può essere il dialogo ecumenico, non fatto solo nei grandi convegni, da esperti con parole difficili, ma dalla relazione, umana prima ancora che di fede, che si è creata e può crescere e maturare tra le nostre comunità, che si pongono in ascolto reciproco ma soprattutto dello Spirito, che parla agli uni e agli altri. Un motivo forte per accogliere la richiesta è stato il constatare che nelle nostre case vivono già persone – donne soprattutto - cristiane… Ortodosse (le badanti dei nostri anziani e ammalati!), che nei nostri paesi ci sono famiglie di religione Ortodossa ed è bello e giusto che si ritrovino tra loro anche per la liturgia. Condividiamo con loro la scuola, il gioco dei bambini, il lavoro degli adulti… offriamo la possibilità di un luogo per la celebrazione in cui il particolare è solo una tessera di un mosaico più ampio.
Veneriamo oggi questi Arcangeli, di cui si parla nella Bibbia – testo comune, precedente alle varie divisioni storiche – e sono, anche se con canti diversi o preghiere in lingue per noi sconosciute, ugualmente venerati da quanti hanno in comune lo stesso Battesimo, se pur celebrato con riti diversi… riti che possono apparire come orme lasciate da piedi che vanno nella stessa direzione: Dio! Orme diverse perché lasciati da persone con una propria storia… ma incamminati verso l’unica casa comune.
Piedi di cui si parla anche nel mese missionario, e l’immagine parte da quelli di Emmaus. Cuori ardenti piedi in cammino. Anche il cammino ecumenico fa parte di questo dovere di annunciare il vangelo; superando il “noi” e il “loro”, quasi che ci siano i frutti buoni se sono della nostra Chiesa. Una Chiesa comunità di redenti, con tradizioni, canti, liturgie che si possono accompagnare senza sentirsi avversari, oppure ignorandosi a vicenda.
È il desiderio che affidiamo anche a Michele (“Chi è come Dio?”), Gabriele (“Uomo di Dio” “Dio è la mia forza”), Raffaele (“Dio ha guarito”), che ci aiuti a camminare, che accompagni il Sinodo, che ci renda missionari con il cuore ardente e non prendiamo paura dei passi – a volte nuovi – che lo Spirito ci suggerisce… e nel viverli ci accompagna, incoraggia, conforta e sprona.
Parto con questa citazione del Pascoli che parla di viole nel giardino del convento per dire che questa festa tradizionale (di antico) è anche nuova; un posto rinnovato per la bellezza del prato e di quanto lo circonda, un luogo in cui non sono venuti alcuni a pulire la chiesa nei giorni precedenti la festa perché stabilmente curato – e molto – da nostri fratelli Ortodossi che da qualche mese vivono le loro celebrazioni liturgiche. Un posto reso ancora più bello mentre viviamo gli ultimi giorni del Tempo del Creato (da 1° settembre a 4 ottobre) … ultimi giorni per la celebrazione, ma non ci fermiamo nel valorizzare la casa comune. Tempo del creato: una iniziativa in cui la Chiesa cattolica si è inserita, come viandante in una strada percorsa anni prima – e ancora adesso – da altre comunità cristiane. Il creato, la casa comune, come un luogo per fare ecumenismo. La stessa Terra da difendere, promuovere… per rispondere al comando di Dio.
Qualcosa di nuovo oggi nel sole allora, l’ecumenismo, il dialogo, l’ospitalità reciproca, che è parte di un cammino più grande. Un cammino, e “sinodo” ha proprio il sapere del cammino. Altro termine che ci ha coinvolti negli ultimi anni; le assemblee sinodali vissute in alcune case, con gruppi spontanei, anche qui a Grezzana, occasioni di ascolto insieme dello Spirito e reciproco tra i partecipanti. In questi giorni si apre la fase della Chiesa universale, con un primo momento nell’ottobre 2023 (ce ne sarà un altro, sempre universale nell’ottobre 2024). In questo pomeriggio, in queste ore, una grande Veglia di preghiera animata dalla Comunità di Taizè. Anche questo è un segno! Per alcuni versi il cammino si allontana da noi; in realtà è come un ruscello che ha corso nelle montagne, e ora si è unito a tanti altri torrenti e fiumiciattoli ed è diventato un grande fiume, e converge verso un mare comune. Ma il torrente non smette di scorrere, qui tra le montagne, nella valle e nelle colline, citate anche dal vescovo nella lettera Sul Silenzio. Il lavoro che abbiamo fatto, lo stile che abbiamo imparato – anche i vescovi, e noi preti – può continuare a “scorrere” e a trovare nuovi apporti. Ciò che lo Spirito ci ha suggerito non va dimenticato, ma piuttosto vogliamo trovare strade nuove per far scorrere la sua acqua che disseta e irriga, acqua che non si ferma perché abbiamo messo dei segni di confine tra un campo e l’altro.
Uno di questi frutti- seme (dai frutti che maturano prendiamo i semi per seminarli e produrre nuovi frutti) può essere il dialogo ecumenico, non fatto solo nei grandi convegni, da esperti con parole difficili, ma dalla relazione, umana prima ancora che di fede, che si è creata e può crescere e maturare tra le nostre comunità, che si pongono in ascolto reciproco ma soprattutto dello Spirito, che parla agli uni e agli altri. Un motivo forte per accogliere la richiesta è stato il constatare che nelle nostre case vivono già persone – donne soprattutto - cristiane… Ortodosse (le badanti dei nostri anziani e ammalati!), che nei nostri paesi ci sono famiglie di religione Ortodossa ed è bello e giusto che si ritrovino tra loro anche per la liturgia. Condividiamo con loro la scuola, il gioco dei bambini, il lavoro degli adulti… offriamo la possibilità di un luogo per la celebrazione in cui il particolare è solo una tessera di un mosaico più ampio.
Veneriamo oggi questi Arcangeli, di cui si parla nella Bibbia – testo comune, precedente alle varie divisioni storiche – e sono, anche se con canti diversi o preghiere in lingue per noi sconosciute, ugualmente venerati da quanti hanno in comune lo stesso Battesimo, se pur celebrato con riti diversi… riti che possono apparire come orme lasciate da piedi che vanno nella stessa direzione: Dio! Orme diverse perché lasciati da persone con una propria storia… ma incamminati verso l’unica casa comune.
Piedi di cui si parla anche nel mese missionario, e l’immagine parte da quelli di Emmaus. Cuori ardenti piedi in cammino. Anche il cammino ecumenico fa parte di questo dovere di annunciare il vangelo; superando il “noi” e il “loro”, quasi che ci siano i frutti buoni se sono della nostra Chiesa. Una Chiesa comunità di redenti, con tradizioni, canti, liturgie che si possono accompagnare senza sentirsi avversari, oppure ignorandosi a vicenda.
È il desiderio che affidiamo anche a Michele (“Chi è come Dio?”), Gabriele (“Uomo di Dio” “Dio è la mia forza”), Raffaele (“Dio ha guarito”), che ci aiuti a camminare, che accompagni il Sinodo, che ci renda missionari con il cuore ardente e non prendiamo paura dei passi – a volte nuovi – che lo Spirito ci suggerisce… e nel viverli ci accompagna, incoraggia, conforta e sprona.
Alcune notizie e riflessioni circa la disponibilità di usare temporaneamente la chiesetta di san Micheletto da parte della Comunità ortodossa moldava guidata da padre Ion Ionita, che abita a Grezzana con la sua famiglia, e con il quale la diocesi di Verona da tempo mantiene un contatto diretto e positivo.
L’iniziativa è concordata con il Vescovo di Verona tramite il suo delegato per l’Ecumenismo, don Luca Merlo, con il quale ci siamo trovati più volte e condiviso il cammino che ha come obiettivo offrire ad una comunità cristiana sorella un luogo dove poter celebrare il culto con tutte le persone che risiedono nel nostro territorio: alcune badanti, altre coniugi di italiani, ed anche intere famiglie cristiane ortodosse.
La chiesetta di san Micheletto è stata donata alla Parrocchia, che rimane in tutti i sensi proprietaria dello stabile e responsabile delle iniziative; anche della convenzione con l’Università del Tempo libero, che può usarla previo accordo di calendario. Non è stata stipulata alcuna convenzione con la Comunità ortodossa e attualmente l’uso dello stabile è libero da accordi e si considera temporaneo, in vista anche di un parere della diocesi, la quale verificherà se poter passare ad una fase successiva gestendo direttamente l’accordo.
Non sono stati fatti lavori sullo stabile se non di pulizia, avendo ben chiaro che per ogni altra richiesta si devono sentire le competenti autorità; non è stata concessa alcuna autorizzazione a lavori.
La chiesa è disponibile per tutti gli usi che riteniamo utili: la messa in onore di san Michele a fine settembre, il rosario nel mese di maggio, eventuali messe di gruppi. Non era prevista anche negli anni precedenti la celebrazione di matrimoni. Per le nostre celebrazioni concordiamo per tempo il calendario. La chiesa è aperta sia alla preghiera che alla semplice visita artistica e culturale; le statue e i quadri che erano presenti precedentemente lo sono ancora.
La Comunità ortodossa si è resa disponibile per contribuire con un’offerta alle spese di luce, acqua e riscaldamento.
La presenza di una monaca, sorella di padre Ion, sarà regolata con le istituzioni civili e ha il placet della Comunità ortodossa e della diocesi di Verona.
L’esigenza era di poter usare un luogo di culto senza dover ogni volta posizionare e poi togliere le varie icone e altre suppellettili necessarie per la celebrazione.
Dell’iniziativa è stato informato anche il Consiglio pastorale di Unità che segue il cammino delle varie parrocchie, anche tenendo conto che i fedeli che partecipano alle celebrazioni arrivano da paesi oltre Grezzana.
Ulteriori informazioni saranno date a quanti desiderano parlarne direttamente con don Remigio.
L’iniziativa è concordata con il Vescovo di Verona tramite il suo delegato per l’Ecumenismo, don Luca Merlo, con il quale ci siamo trovati più volte e condiviso il cammino che ha come obiettivo offrire ad una comunità cristiana sorella un luogo dove poter celebrare il culto con tutte le persone che risiedono nel nostro territorio: alcune badanti, altre coniugi di italiani, ed anche intere famiglie cristiane ortodosse.
La chiesetta di san Micheletto è stata donata alla Parrocchia, che rimane in tutti i sensi proprietaria dello stabile e responsabile delle iniziative; anche della convenzione con l’Università del Tempo libero, che può usarla previo accordo di calendario. Non è stata stipulata alcuna convenzione con la Comunità ortodossa e attualmente l’uso dello stabile è libero da accordi e si considera temporaneo, in vista anche di un parere della diocesi, la quale verificherà se poter passare ad una fase successiva gestendo direttamente l’accordo.
Non sono stati fatti lavori sullo stabile se non di pulizia, avendo ben chiaro che per ogni altra richiesta si devono sentire le competenti autorità; non è stata concessa alcuna autorizzazione a lavori.
La chiesa è disponibile per tutti gli usi che riteniamo utili: la messa in onore di san Michele a fine settembre, il rosario nel mese di maggio, eventuali messe di gruppi. Non era prevista anche negli anni precedenti la celebrazione di matrimoni. Per le nostre celebrazioni concordiamo per tempo il calendario. La chiesa è aperta sia alla preghiera che alla semplice visita artistica e culturale; le statue e i quadri che erano presenti precedentemente lo sono ancora.
La Comunità ortodossa si è resa disponibile per contribuire con un’offerta alle spese di luce, acqua e riscaldamento.
La presenza di una monaca, sorella di padre Ion, sarà regolata con le istituzioni civili e ha il placet della Comunità ortodossa e della diocesi di Verona.
L’esigenza era di poter usare un luogo di culto senza dover ogni volta posizionare e poi togliere le varie icone e altre suppellettili necessarie per la celebrazione.
Dell’iniziativa è stato informato anche il Consiglio pastorale di Unità che segue il cammino delle varie parrocchie, anche tenendo conto che i fedeli che partecipano alle celebrazioni arrivano da paesi oltre Grezzana.
Ulteriori informazioni saranno date a quanti desiderano parlarne direttamente con don Remigio.